Definizione della Sindrome da Stanchezza Cronica.
La Sindrome da Stanchezza Cronica (Chronic Fatigue Syndrome “CFS”), ridefinita più recentemente come Encefalomielite mialgica, è una malattia multisistemica caratterizzata da “grave affaticamento” tale da compromettere la capacità della persona a svolgere le attività della vita quotidiana. Colpisce principalmente giovani adulti di età compresa tra i 20 e i 40 anni, soprattutto donne.
Tuttavia gli aspetti eziopatogenetici e clinici sono ancora oggi oggetto di un vivace dibattito fra clinici e scienziati.
La descrizione maggiormente condivisa è la seguente: “una fatica cronica persistente per almeno sei mesi che non é alleviata dal riposo, che si esacerba con piccoli sforzi, e che provoca una sostanziale riduzione dei livelli precedenti delle attività occupazionali, sociali o personali”. Una condizione che genera spossatezza severa, sia mentale che fisica e che si determina anche con uno “sforzo fisico minimo”.
La sintomatologia: quattro o più condizioni rilevanti.
Per parlare di Sindrome da Stanchezza Cronica devono essere presenti quattro o più dei seguenti sintomi, per almeno sei mesi:
- disturbi della memoria e della concentrazione
così severi da ridurre sostanzialmente i livelli precedenti delle attività occupazionali e personali. - faringite.
- dolori delle ghiandole. linfonodali cervicali e ascellari,
dolori muscolari e delle articolazioni senza infiammazione o rigonfiamento delle stesse. - cefalea di un tipo diverso da quella eventualmente presente in passato.
- sonno non ristoratore.
- debolezza post esercizio fisico che perdura per almeno 24 ore.
Ovviamente vanno escluse tutte le condizioni mediche che possono giustificare i sintomi del paziente, per esempio ipotiroidismo, epatite B o C cronica, tumori, depressione maggiore, schizofrenia, demenza, anoressia nervosa, abuso di sostanze alcoliche ed obesità.
Se una stanchezza cronica, non spiegata e clinicamente valutata,
non rientra in questa definizione, si può parlare di stanchezza cronica idiopatica.
Il trattamento con ossigeno e ozono in base ai Protocolli S.I.O.O.T.
In Italia il principale riferimento è rappresentato dalle Linee Guida elaborate nel 2014 dall’Agenzia per i servizi sanitari regionali (AGENAS) e fornisce a malati, familiari e clinici uno strumento utile alla conoscenza e alla gestione della sindrome sulla base delle migliori evidenze.
Per il trattamento non farmacologico la S.I.O.O.T. – Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia – ha predisposto un protocollo per il trattamento della Sindrome della Stanchezza Cronica con la Grande Autoemotrasfusione (GAE).
Il trattamento, in grado di apportare numerosi benefici all’organismo, prevede il prelievo di una certa quantità di sangue (tra i 100 e i 250 ml), la sua miscelazione con ossigeno-ozono e la reinfusione senza ulteriori manipolazioni.
L’ozonoterapia pone come ausilio da associare alle terapie di base (che devono restare immodificate), ed è priva di effetti collaterali rilevanti.
La procedura eseguita a Villa Maria Rimini avviene in un ambiente attrezzato, da un medico esperto che applica i protocolli validati. Il numero di sedute è personalizzato in base al paziente e alla condizione da trattare, sempre in accordo con le linee guida SIOOT.
Domenico Chiericozzi
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