L’ozono è una forma arricchita di ossigeno, di colore blu con un odore particolare. Si trova nell’atmosfera terrestre, e si forma per effetto di scariche elettriche che modificano la struttura molecolare dell’ossigeno. L’ozono, infatti, è formato da tre molecole di ossigeno. Nella pratica medica, l’ossigeno-ozono terapia è possibile grazie all’utilizzo di macchinari certificati. La Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia (S.I.O.O.T.) è l’associazione a carattere scientifico che sin dai primi anni ‘80 promuove ricerche e studi per lo sviluppo e l’applicazione dell’ossigeno-ozono.
Ma quali sono le principali indicazioni cliniche?
Il campo di applicazione è davvero molto ampio. Innanzi tutto l’ozono distrugge batteri, virus e funghi perché agisce sulle loro membrane degradandole e rompendole: in sostanza rende inattiva la loro capacità di replicazione. L’ossigeno-ozono terapia è indicato anche come coadiuvante nel trattamento delle ferite difficili.
I trattamenti sono validi anche nelle malattie di tipo dermatologico, come Herpes labiale (Simplex) e Herpes Zoster. Inoltre ha effetti positivi nelle riniti allergiche, nei disturbi del sonno, nelle cefalee e per migliorare il funzionamento del sistema gastroenterico, regolarizzando l’attività di stomaco e intestino.
Gli effetti sono salutari in molte patologie ortopediche, in particolare nelle ernie discali a livello lombare. Iniezioni intramuscolari di ossigeno e ozono permettono di far regredire l’ernia e ridurre il dolore.
Come si effettua il trattamento?
Avviene a livello mesoterapico in superficie o in profondità sulla pelle con iniezioni di ossigeno-ozono sottocutanee o intramuscolari. Non c’è dolore, ma un piccolo disagio va tenuto in considerazione nel momento dell’iniezione, di norma ben tollerato. Si tratta fondamentalmente di una terapia naturale, senza controindicazioni particolari. L’ozono può essere somministrato anche in altri modi, e comunque tutte le modalità sono certificate da protocolli medico-scientifici autorizzati ed approvati dal Ministero della Salute.
Per ciascuna patologia ci sono protocolli codificati sia per la frequenza che per le modalità di esecuzione. Per un’ernia discale, ad esempio, servono circa 10-12 sedute con una frequenza bisettimanale e già a metà percorso si possono avere risultati eccellenti. La durata di ogni sessione è di circa dieci minuti. Poi tutto dipende dalla costituzione del soggetto e della sua capacità di reazione, in alcuni c’è una risposta immediata, in altri serve più tempo.