La European Society of Hypertension (ESH) ha pubblicato sul Journal of Hypertension le nuove linee guida per la gestione dell’ipertensione sviluppate da una task force di 59 esperti provenienti da Paesi europei, che rappresentano le aree della medicina interna, della cardiologia, della nefrologia, dell’endocrinologia, della medicina generale, della geriatria, della farmacologia e dell’epidemiologia.
Per la “pressione alta” rimane invariata la definizione : valori sistolici ≥140 mm Hg e/o valori distolici ≥90 mm Hg. Sono cinque, con le relative combinazioni, le classi di farmaci raccomandati: inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE), bloccanti del recettore dell’angiotensina (ARB), beta-bloccanti, calcio-antagonisti e diuretici tiazidici/tiazidici. Tra le novità il nuovo termine, “vera ipertensione resistente” quando la pressione cardiaca continua a rimanere alta nonostante il trattamento con tre o più farmaci appartenenti a classi differenti.
L’ipertensione è il disturbo più diffuso al mondo e, secondo l’OMS, colpisce 1,28 miliardi di adulti di età compresa tra i 30 e i 79 anni in tutto il mondo, due terzi dei quali vivono in Paesi a basso e medio reddito. Nel 2019, la prevalenza media globale, standardizzata per età, dell’ipertensione negli adulti di età compresa tra 30 e 79 anni è stata riportata al 34% negli uomini e al 32% nelle donne. Nei Paesi europei, la prevalenza è simile, con differenze tra Paesi e valori inferiori alla media nei Paesi dell’Europa occidentale e superiori alla media nei Paesi dell’Europa orientale. Nelle età più giovani, l’ipertensione è più diffusa negli uomini, mentre un aumento più marcato della pressione arteriosa sistolica (SBP) nelle donne a partire dalla terza decade di vita (e ancor più dopo la menopausa) fa sì che la prevalenza dell’ipertensione sia maggiore nelle donne di età superiore (>65 anni). La SBP aumenta progressivamente con l’età, mentre la pressione arteriosa diastolica (DBP) aumenta solo fino all’età di 50-60 anni, seguita da un breve periodo di stasi e da una successiva lieve diminuzione. Ne consegue un aumento della pressione del polso (differenza tra SBP e DBP) con l’età.