Il sintomo è molto diffuso: anca dolente e limitata nelle rotazioni. Che cosa fare? Ne parliamo con i chirurghi di una nuova e affiatata équipe che opera a Villa Maria ed è specializzata proprio su questa problematica: il Dott. Giovanni Giordano e il Dott. Paolo Razzaboni, entrambi specialisti in Ortopedia e Traumatologia con formazione qualificata all’estero ed oltre 400 interventi già eseguiti. “Quelle che un tempo erano considerate come pubalgie, tendiniti e patologie muscolari, oggi molto spesso, sono diagnosticate come un’incongruenza delle superfici ossee – spiega il Dott. Giovanni Giordano. – Prendiamo quindi in esame tutte le casistiche da conflitto femoro-acetabolare, diagnosi che include le anche di pazienti giovani, tra i trenta e i cinquant’anni, spesso con segni di artrosi precoce non giustificata dall’età. In realtà si è capito che alla base di queste articolazioni dolenti spesso c’è una deformità, un’incongruenza dei capi articolari (o testa del femore o acetabolo del bacino), che porterà ad un conflitto diventando causa, nel corso degli anni, di un’artrosi vera e propria. Prima che si sviluppi l’artrosi, che condurrà verosimilmente ad un intervento di artroprotesi, vi può essere l’indicazione di sottoporsi ad un intervento di artroscopia d’anca, rinviando nel tempo l’intervento di artroprotesi. Con un’artroscopia d’anca eseguita a trentacinque anni si può arrivare tranquillamente a cinquanta”. “In realtà – aggiunge il Dott. Giovanni Giordano – di artroscopia d’anca non c’è una casistica elevata perché la diagnosi è tardiva e a quel punto l’artroscopia non ha senso. In un paziente giovane che arriva già con l’artrosi, l’artroscopia d’anca è controindicata. Quel paziente è destinato alla protesi”.
LA TECNICA “PER VIA ANTERIORE” NELL’INTERVENTO DI PROTESI D’ANCA.
Quando l’indicazione è di artroprotesi, ecco che oggi a Villa Maria è possibile sottoporsi all’intervento con l’innovativa tecnica “per via anteriore”, che si può definire la più importante innovazione nell’ultimo decennio. “La via d’accesso anteriore – precisa il Dott. Paolo Razzaboni – è nota da tempo. Quello che è cambiato sono gli strumentari e le protesi, oggi molto migliorate. Noi, che proveniamo dal Rizzoli conoscendo già le vie di accesso classiche, ne abbiamo constatato i vantaggi per cui oggi utilizziamo solo ed esclusivamente tale tecnica che è possibile praticare come primo impianto in quasi tutti i casi tranne chenelle grosse deformità displasiche. Per le revisioni di
protesi meglio intervenireattraverso gli accessi tradizionali”.
I VANTAGGI DELLA “VIA ANTERIORE”
Il principale vantaggio, oltre la piccola incisione chirurgica detta ‘a bikini’ perché viene eseguita sotto la piega dello slip con un evidente vantaggio estetico, è dovuto al fatto che non si staccano muscoli fondamentali per la stabilità dell’anca, pertanto il recupero per il paziente è più veloce e il rischio di lussazione è nettamente inferiore.
Dott. Razzaboni, una raccomandazione particolare?
Informare bene il paziente. L’intervento chirurgico è sempre l’inizio di un percorso e la riabilitazione diventa fondamentale per il successo dell’intervento. La motivazione psicologica e la preparazione fisica di un paziente sono altrettanto importantied anche su quelle noi insistiamo sempre.