Villa Maria si appresta ad affrontare una delle sfide più significative dall’avvio nel 2014 del nuovo e moderno Blocco Operatorio. È previsto nel mese di aprile l’avvio ufficiale della chirurgia robotica in uno dei settori di punta della struttura, quello della Chirurgia Protesica.
La multinazionale statunitense Stryker, leader mondiale nel settore della tecnologia medica, ha identificato Villa Maria come Centro di riferimento in Romagna per la Chirurgia Robotica. Ad aprile l’avvio ufficiale del progetto. Programmati 50 interventi con l’ausilio del Robot Mako, il primo sistema al mondo in grado di inserire artroprotesi di ginocchio e anca con una precisione straordinaria grazie all’utilizzo di una piattaforma caratterizzata da apparecchiature e software sofisticati.
Quattro i chirurghi di Villa Maria già formati e certificati con il patentino riconosciuto a livello internazionale. Eccoli tutti insieme nella foto, in piedi, da nistra il Dott. Paolo Razzaboni, il Dott. Alberto Busilacchi, il Dott. Marco Trono e il Dott. Marco Fravisini. Con loro, al centro, il Dott. Gualtiero Antola, Direttore Generale Villa Maria Rimini (Foto: Ufficio Stampa Villa Maria Rimini – Tutti i diritti riservati Ph©GiorgioSalvatori).
Il sistema Mako permette al chirurgo di inserire artroprotesi d’anca e di ginocchio, monocompartimentali e totali. Tutto ha inizio con un esame TAC tridimensionale con cui si genera un modello virtuale 3D dell’anatomia specifica del paziente. Le immagini sono caricate nel software della piattaforma allo scopo di creare un programma preoperatorio personalizzato. In sala operatoria il chirurgo guida il braccio robotico all’interno del campo operatorio con la possibilità di correggere e calibrare il programma predefinito a seconda delle necessità. Le decisioni spettano quindi sempre al chirurgo che in ogni fase ha il controllo totale dell’intervento. Il braccio robotico non esegue l’intervento, non prende decisioni autonome.
“Mako – precisano gli esperti di Waldner distributore di Stryker che affiancano Villa Maria in questo delicato percorso di crescita – permette al chirurgo di lavorare con maggiore precisione e in modo meno invasivo, garantendo al paziente migliori risultati in termini di ripresa della mobilità e controllo del dolore. Fornisce al medico uno strumento dalla precisione straordinaria. L’impianto di protesi tramite il sistema robotico è, infatti, tre volte più accurato rispetto alla tecnica manuale e permette un risparmio di sostanza ossea che si traduce in una duttilità maggiore della protesi stessa e una riduzione dei tempi di recupero post-operatorio.
La tecnologia è stata sviluppata negli Stati Uniti, dove la tecnica chirurgica con il primo sistema robotico denominato inizialmente Rio è stata studiata e messa a punto dal 2006. Da allora sono stati installati più di 850 sistemi negli USA e in altri paesi nel mondo. Sono stati eseguiti già più di 300 mila interventi, tra anca e ginocchio, di cui oltre 36 mila solamente nel 2021, da oltre 1000 chirurghi abilitati in 26 paesi del mondo. In Italia sono presenti sul territorio a oggi 25 piattaforme robotiche distribuite tra strutture pubbliche e private. La ricerca scientifica che supporta la piattaforma Mako è costituita da 145 pubblicazioni su riviste scientifiche e più di 1550 abstracts accettati a conferenze scientifiche.