Nell’aprile scorso la Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica (S.I.C.P.R.E.) ha diffuso una notizia ripresa da tutti i principali giornali nazionali. Si parlava di “boom” relativo agli interventi chirurgici estetici definiti “da selfie” cresciuti del 15% negli ultimi due anni per uomini e donne sotto i 30 anni. Come spesso accade in questi casi, si sono riaccesi i riflettori sulle finalità della chirurgia estetica, branca spesso presa di mira soprattutto quando arriva a occuparsi di piccoli, anzi piccolissimi, difetti estetici caratterizzati da una corsa al prezzo più basso. Spesso tali interventi sono effettuati in ambulatori che non rispettano i requisiti di sicurezza, non prevedono gli opportuni accertamenti pre e post operatori e mettono a repentaglio la salute dei pazienti. Va da sé che la probabilità di subire dei danni gravi è davvero molto alta.
È così Dott.ssa Pozzi?
Sì, il problema del low cost esiste e va fatta la massima attenzione. Uno dei punti di forza di Villa Maria è prima di tutto questo. Tutti gli interventi, dai più semplici a quelli più complessi, di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, avvengono in conformità a protocolli sanitari certificati e in ambienti sterili come le nuove sale operatorie e un moderno ambulatorio chirurgico. La sicurezza per il paziente viene prima di ogni cosa.
La notizia degli interventi “da selfie” ha dell’incredibile. Che cosa ne pensa?
Nella chirurgia estetica c’è un limite che non andrebbe superato e sul quale spesso anche la SICPRE interviene. Lo ha fatto anche l’anno scorso davanti al caso di un partecipante a una trasmissione televisiva che detiene il Guinness dei primati per il numero d’interventi di chirurgia estetica sostenuti, in tutto cinquantotto tra cui la pericolosa asportazione di alcune costole per rendere più sottile il punto vita.
Quindi che cosa possiamo dire? Esiste un limite oltre il quale il medico deve dire di “no”?
Il chirurgo estetico è chiamato a correggere il difetto modificando la forma anatomica verso un aspetto che deve essere naturale e armonioso. Dovrebbe, a mio avviso, opporsi con fermezza e dire no dinanzi ad idee, stranezze o eccentricità. Assecondarle significa allontanarsi, e di molto, dalle finalità della chirurgia plastica e della chirurgia estetica. Il confine quindi c’è e non si dovrebbe mai superare. Un professionista preparato e attento alla deontologia deve saper riconoscere determinati casi limite che nella mia esperienza sono circa pari al 30% sul totale. Ammetto che non è sempre facile tuttavia, nel dubbio, è possibile collaborare con altre figure professionali come psicologo e psichiatra. Il benessere, quello vero, non s’improvvisa.
È vero che ci sono persone che anche per piccoli inestetismi si rifiutano di uscire da casa?
Sì, è vero. Il fenomeno è stato recentemente in quadrato da una ricerca pubblicata sul Journal of Psychopathology. Si parla di disturbo da disformismo corporeo e disturbi della personalità. In questa indagine clinica in pazienti della chirurgia estetica, l’aspetto psicopatologico fondamentale è la preoccupazione eccessiva per le proprie presunte deformità, che il paziente non riesce a tollerare. Tale preoccupazione è così forte che causa un disagio clinicamente significativo andando a compromettere la vita sociale e lavorativa.
Poi però c’è tutta un’altra serie di casi in cui il chirurgo plastico interviene per interventi di tutt’altro genere.
Certo. La chirurgia plastica lavora in “tandem” con l’ortopedia, la dermatologia, la chirurgia bariatrica e l’oncologia. Con la chirurgia ricostruttiva si riparano gli effetti negativi causati da traumi, incidenti, malattie e altri interventi chirurgici. Ci sono poi i casi in cui, ad esempio, dopo importanti cali di peso c’è un rilassamento dei tessuti oppure i casi di un seno davvero molto grande, oppure tratti morfologici come un naso molto grande oppure orecchie sporgenti. In tutti questi casi il paziente effettivamente “rinasce” e torna a una vita il più possibile vicino alla normalità con un notevole beneficio psicologico, effettivo, reale e duraturo.
Il profilo professionale
La Dott.ssa Adriana Pozzi, dopo la laurea in Medicina e Chirurgia, nel 1988 consegue il diploma di Specializzazione in Chirurgia Plastica Ricostruttiva presso l’Ospedale San Vito di Torino. Per molti anni ha svolto la propria attività presso l’Ospedale San Damiano di Faenza. Segue ogni anno numerosi corsi di perfezionamento teorico-pratici in Italia e all’estero praticando anche chirurgia umanitaria. A Villa Maria la sua attività si sviluppa sia a livello ambulatoriale con visite, interventi e medicina estetica che in sala operatoria con i seguenti interventi: blefaroplastica superiore e inferiore, rinoplastica, otoplastica, lifting del collo e del volto, mastoplastica riduttiva e additiva, mastopessi, addominoplastica totale e parziale, liposuzione polidistrettuale. Dal 2012 tra piccola e grande chirurgia effettua mediamente circa settantacinque interventi all’anno, nella maggior parte liposuzioni e mastoplastiche. Collabora con Villa Maria da oltre dieci anni.
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