Paolo Tranquilli Leali, Professore Ordinario di Malattie dell’apparato locomotore è il nuovo presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia – SIOT. Guiderà la SIOT per il biennio 2020-2022 in seguito all’ elezione che si è tenuta nell’assemblea societaria ordinaria in data 7 novembre 2020, al termine della quale è avvenuta la proclamazione anche del nuovo Consiglio Direttivo.
Della squadra fanno parte come Vice Presidente Universitario, Biagio Moretti (U.O.C. Ortopedia e Traumatologia Università di
Bari) e come Vice Presidente Ospedaliero Alberto Momoli (U.O.C. di Vicenza).
Come consiglieri: Alberto Belluati (U.O.C. Ortopedia e Traumatologia – Ospedale S. Maria delle Croci), Pasquale Farsetti (U.O.C. Ortopedia – Fondazione PTV, Università di Tor Vergata, Roma), Sebastiano Cudoni (U.O.C. Ortopedia e Traumatologia – ASSL Olbia – P.O. “Giovanni Paolo II” Olbia), Federico Grassi (S.C. Ortopedia e Traumatologia – A.O.U. “Maggiore della Carità” Università di Novara), Andrea Grasso (Ortopedia e Traumatologia – Casa di Cura Villa Valeria Roma), Massimo Mariconda (Clinica Ortopedica – Università degli Studi “Federico II”, Napoli), Antonio Medici (U.O.C. Ortopedia e Traumatologia – Azienda Ospedaliera S.G. Moscati Avellino), Gabriele Panegrossi (U.O.C. Ortopedia e Traumatologia – Presidio Ospedaliero S. Spirito in Sassia Roma).
“Una squadra forte – afferma il prof. Tranquilli Leali – che ha il difficile compito di mantenere alto il livello di formazione ed aggiornamento dei colleghi, con particolare attenzione ai giovani al fine di garantirne l’accesso alle scuole di specializzazione, fatto non scontato data la grave sproporzione fra numero di laureati e posti disponibili nelle scuole di specializzazione. Per questo è necessario un significativo investimento nei giovani e nelle nuove tecnologie. Il momento di crisi che stiamo attraversando a causa della pandemia ha messo in difficoltà il nostro sistema sanitario e ne ha evidenziato la grave carenza in “uomini” e progettualità: la priorità è uscire dalla bufera COVID riuscendo a creare anche percorsi di cura per tutti quei malati, non COVID, ‘parcheggiati’ nelle liste d’attesa e che, senza un disegno strategico, rischiano di rimanervi per anni ed anni”.