A partire dal 1 gennaio 2016 sono stati 28 i casi sospetti segnalati, ma solo 9 sono stati confermati dagli esami di laboratorio (4 casi di Zika e 5 di Dengue). A comunicarlo l’Ausl della Romagna nel corso di un incontro che si è svolto a Ravenna la settimana scorsa. In Italia il vettore potenzialmente più competente è Aedes albopictus, meglio conosciuta come “zanzara tigre”, introdotta in Europa dal 1990 e attualmente stabile e diffusa in tutto il paese fino a quote collinari, soprattutto nei centri abitati, dove stagionalmente può raggiungere densità molto elevate.
L’ Azienda USL della Romagna ha messo a punto tutte le azioni necessarie a dare attuazione al Piano Arbovirosi 2016 della Regione Emilia Romagna, che nella stagione estiva, periodo di massima densità delle zanzare per identificare tempestivamente i casi importati e monitorarne l’andamento per la valutazione del rischio di eventuale trasmissione autoctona del virus e affrontare precocemente eventuali casi di trasmissione locale.
Il medico di medicina generale che si trova di fronte a un caso sospetto deve segnalarlo immediatamente al Servizio Igiene pubblica territorialmente competente che si attiverà per l’effettuazione, al domicilio del paziente, dei prelievi necessari per la diagnosi di laboratorio e la conferma del caso. Infatti, se il paziente, come avviene solitamente in caso di Zika o Chikungunya, non necessita di cure ospedaliere deve restare in isolamento al proprio domicilio per il periodo di contagiosità (7 giorni dall’inizio dei sintomi). La malattia non si trasmette direttamente (con l’eccezione di Zika per il quale è stata dimostrata la trasmissione sessuale) per cui in questo periodo il paziente dovrà evitare di esporsi a punture di zanzara (evitare luoghi aperti e proteggersi con repellenti e zanzariere).
A seguito di segnalazione di un caso sospetto il Servizio Igiene Pubblica assicura l’adozione immediata delle misure di disinfestazione attorno al domicilio del caso, per ridurre il rischio di trasmissione locale: trattamenti adulticidi ripetuti per 3 notti consecutive nelle strade e negli spazi pubblici circostanti e nelle aree verdi private, porta a porta, in un raggio di 100 metri dall’abitazione del soggetto malato. I trattamenti vengono avviati immediatamente, senza aspettare la conferma di laboratorio, salvo sospenderli in caso di negatività. Per quanto riguarda le azioni di contrasto, l’Ausl della Romagna segnala che nel territorio regionale, per la stagione estiva, sono posizionate 2642 ovitrappole controllate ogni 14 giorni distribuite nel territorio di 254 Comuni rappresentanti il 76% circa dei Comuni nei quali risiede il 91% della popolazione. Nel territorio di pertinenza dell’AUSL della Romagna sono monitorate in totale 969 ovitrappole distribuite nei 73 Comuni presenti nell’area. Per l’ultimo periodo monitorato che riguarda le settimane dal 27 giugno al 10 luglio il numero medio di uova che risulta dalla lettura delle listelle si aggira attorno alle 350 per tutte le province. Guardando la media di riferimento, calcolata sui dati storici del monitoraggio dal 2008 al 2015, questo dato è in linea con l’andamento stagionale riferito a questo specifico periodo. Se invece si considera solo il 2015, dal confronto dell’ultimo periodo monitorato, la media per il 2016 risulta più bassa.