L’allergia al veleno di api e vespe: dalla prevenzione al test allergologico, come evitare lo shock anafilattico
a cura del Dott. Sergio Pasotti *
Le manifestazioni allergiche, nelle persone predisposte geneticamente, si verificano tutto l’anno. In questo periodo, oltre all’allergia al polline, si presentano le reazioni al veleno degli insetti imenotteri (api, vespe, calabrone, bombo). L’allergia con intensità crescente si verifica con gonfiore locale (pomfo) esteso, orticaria diffusa, difficoltà respiratoria, sintomi gastro intestinali fino allo shock anafilattico, che se non prontamente trattato, mette a rischio la vita della persona punta dall’insetto.
Anche quest’anno si sono già verificati episodi di anafilassi dopo punture di api e vespe, per fortuna risoltisi in maniera favorevole. Le persone con reazioni a tali insetti dovrebbero avere alcune precauzioni: evitare l’uso di saponi profumati, profumi, spray per capelli, evitare di camminare scalzi, evitare abiti con colori sgargianti e con motivi floreali, stare lontani da fiori e da frutti maturi, i nidi degli imenotteri devono essere rimossi dai vigili del fuoco. Le persone con precedenti esperienze negative, per esempio gonfiori più estesi di 10 cm di diametro e della durata di oltre un giorno dovrebbero sottoporsi al test allergologico. Il test deve essere eseguito a tutte le persone con sintomi anafilattici. La diagnosi è semplice si effettua con intradermoreazioni cutanee innocue e non dolorose, che danno risultati con pomfi cutanei dopo 15 minuti dall’inserimento dell’estratto allergenico nella cute nelle persone sensibilizzate al veleno. L’unica terapia efficace è l’immunoterapia vaccinica, che può essere praticata a tutte le età, compresa quella infantile, e nelle donne nel periodo della gravidanza. E’ altresì essenziale premunirsi di un kit con adrenalina autoiniettabile.
*Consulente Allergologo, Pneumologo, Reumatologo a Villa Maria.