A volte nei corridoi di Villa Maria ci sono utenti che mostrano qualche dissenso sulle procedure, sui tempi, e sulle modalità con cui viene erogato un servizio e magari la scarsa flessibilità degli operatori. Per quanto tutto ciò sia a volte comprensibile, “dietro” c’è qualcosa di invisibile ma molto importante: le varie procedure per la sicurezza del paziente. Un tema vastissimo, che in parte affronteremo in questo articolo. Villa Maria da anni sta lavorando per mettere in pratica
un metodo operativo ben preciso, quello del governo clinico. Al di là dei tecnicismi, si tratta di un sistema di lavoro finalizzato a raggiungere due obiettivi: ottenere il miglioramento continuo e creare un ambiente in cui possa svilupparsi l’eccellenza nell’assistenza sanitaria. In particolare c’è un’attenzione senza riserve alla gestione del rischio clinico.
Il rischio più importante
Il rischio più temuto dagli operatori e dai pazienti è il rischio infettivo in ambito chirurgico. È un argomento complesso e molto tecnico, ma che tuttavia abbiamo deciso di affrontarlo anche in questa sede per far meglio comprendere perché da parte degli operatori di Villa Maria c’è un’attenzione così puntuale delle procedure e della cura di determinati dettagli. Ci accompagna in questo percorso il Dott. Massimo Arlotti (foto), noto infettivologo con alle spalle una
lunga carriera nella sanità pubblica locale, e che anche in Area Vasta Romagna ha fornito contributi significativi alla realizzazione delle linee di indirizzo regionali per la gestione del rischio infettivo. Un vero esperto della materia, Consulente di Villa Maria da ottobre 2018.
Dott. Arlotti, che cosa s’intende per rischio infettivo del sito chirurgico?
S’intende il rischio che il paziente possa contrarre un’infezione nella sede di esecuzione dell’intervento chirurgico. Il rischio non è nelle sale operatorie o nel chirurgo, ma è connesso all’atto chirurgico stesso.
Come si fa a prevenire una complicanza infettiva?
Prima di tutto è necessario creare un ambiente di lavoro e un sistema organizzativo in cui possa svilupparsi l’eccellenza dell’assistenza sanitaria e l’applicazione di tutte quelle misure che vengono riconosciute efficaci nella prevenzione del
rischio. E da questo punto di vista Villa Maria è fortemente impegnata su più fronti con ottimi risultati.
Lei quindi di che cosa si occupa?
Svolgo attività di consulenza per il neonato GIAV (Gruppo di lavoro per la gestione del rischio Infettivo ed uso responsabile degliAntibiotici della casa di cura Villa Maria), che è appunto il soggetto che in via istituzionale all’interno della
Casa di Cura si occupa del controllo delle infezioni per tutelare il paziente durante il suo percorso ospedaliero. In definitiva quello che ho fatto, che sto facendo e che si farà è adattare a Villa Maria una procedura per la riduzione del rischio infettivo in ambito chirurgico, che è la medesima applicata nelle strutture pubbliche ma che è stata adattata alle risorse umane ed ai percorsi assistenziali di Villa Maria con particolare attenzione quindi alla chirurgia d’elezione.
Che cosa avete fatto fino ad oggi?
Da ottobre 2018 ad aprile scorso abbiamo lavorato e prodotto un documento, che è stato implementato, e presentato a tutti gli operatori. Tale lavoro ha generato un complesso Piano di Formazione, facendo partecipi i chirurghi delle varie
specialità, gli anestesisti, gli infermieri, il personale di sala e di assistenza. In questi momenti formativi si sono valutati gli elementi tecnici ed assistenziali che hanno impatto sulla riduzione del rischio infettivo in ambito chirurgico. Successivamente si è implementato un sistema di verifica dell’efficacia delle indicazioni condivise basato sulla valutazione di dati rilevabili per via informatica. Devo dire che l’inizio è molto confortante dal momento che ho trovato molta disponibilità e molto interesse da parte di tutti gli operatori.
Come si monitorano certe problematiche?
Si scelgono degli indicatori significativi e ricavabili dai sistemi informativi ci permette di monitorare la tendenza in tempo reale.
Quali sono gli indicatori e, ovviamente, come sta andando?
Gli indicatori sono quattro e sta andando molto meglio di quanto pensassi. I parametri sono gli stessi che sono riconosciuti anche dalla letteratura scientifica internazionale: la preparazione del paziente con la tricotomia
(rasatura di peli o capelli) e, durante il ricovero, la profilassi antibiotica, il mantenimento della normotermia e il controllo della glicemia.
Come comunicate tutte queste cose al paziente?
Abbiamo realizzato un’informativa scritta con un linguaggio semplice ed immediato, dove il paziente viene informato su come deve comportarsi per contribuire egli stesso alla riduzione del rischio infettivo. Se il paziente non effettua il pre-ricovero a Villa Maria, le informazioni sono trasmesse con posta elettronica in modo che il giorno dell’intervento il paziente si presenti nelle migliori modalità.
E per quanto riguarda il futuro, a che cosa state lavorando?
Stiamo pensando alla possibilità di offrire percorsi di assistenza in struttura alle persone che hanno complicazioni. Al momento non c’è una modalità di gestione precisa, per cui in caso di complicanze il paziente si rivolge individualmente al chirurgo. L’obiettivo è quello di fornire una risposta multidisciplinare ed un percorso assistenziale integrato. Inoltre, nella chirurgia protesica di revisione (di sostituzione di un vecchio impianto per uno nuovo), stiamo provando a ragionare su una valutazione preventiva degli interventi in modo da intercettare i rischi prima dell’intervento e selezionare i casi che hanno bisogno di un approfondimento clinico e di ulteriori indagini diagnostiche.
Quali sono le probabilità di contrarre un’infezione?
Nella chirurgia protesica, che qui a Villa Maria è prevalente, la letteratura scientifica parla di un rischio infettivo nell’1,0-1,5% dei casi per anca e ginocchio rispettivamente, mentre è un po’ più alta nella spalla. Bisogna comunque precisare che il sistema di sorveglianza regionale delle infezioni del sito chirurgico è obbligatorio ma su base volontaria e in molti casi sottostima la reale incidenza di queste complicanze. Ad ogni modo, quello che stiamo facendo qui a Villa Maria è aumentare il sistema di garanzie per le persone operate cercando di ridurre al minimo gli inevitabili rischi connessi con queste attività.
A Villa Maria svolgerà anche un’attività di consulenza ambulatoriale sui pazienti esterni?
Sì, su richiesta della Direzione della Casa di Cura che ha voluto così dare una risposta agli utenti che con varie modalità afferiscono alla struttura.