“La Riabilitazione in acqua dalla prevenzione alla cura” è il titolo del convegno con Crediti ECM (Provider Arcade Società Cooperativa Sociale Onlus) rivolto a Medici di Medicina Generale e Medici specialisti (Ortopedici, Fisiatri, Reumatologi) che si è svolto sabato 11 marzo 2017 presso la Sala Convegni di Villa Maria. Dopo i saluti introduttivi a cura della Direzione Generale di Villa Maria, si sono susseguiti gli interventi del Dott. Marco Antonio Mangiarotti, fondatore e Presidente dell’ANIK (Associazione Nazionale Idrokinesiterapisti) e del Dott. Daniele Sarti, Responsabile del Reparto di Recupero e Riabilitazione di Villa Maria.
Il Dott. Sarti ha chiarito, in primo luogo, che cos’è l’Idrokinesiterapia a partire dal significato etimologico del termine che deriva dal greco. Non sono tuffi, non è acqua bike, non è nuoto, acquagym, acquapilates, ginnastica dolce. “L’idrokinesiterapia – ha spiegato il Dott. Sarti – è l’utilizzo dell’acqua a scopo riabilitativo mediante movimenti all’interno di essa con la presenza in piscina di un fisioterapista. Si possono pianificare sessioni per tanti motivi: nel post trauma, nel post chirurgico, per eliminare il dolore dovuto da una postura non corretta o, più in generale, come prevenzione per il mantenimento del benessere psicofisico o in preparazione all’intervento chirurgico per tonificare la muscolatura. Non è necessario saper nuotare perché il paziente è condotto in sicurezza all’interno di questi percorsi”.
I vantaggi, ha poi ricordato il medico fisiatra, sono tantissimi grazie al noto “principio di Archimede”, per cui ogni corpo immerso parzialmente o completamente in un fluido riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato. “Con questo vantaggio – ha spiegato il Dott. Sarti – il paziente riesce a non caricare completamente l’arto interessato o soggetto alla patologia effettuando un lavoro in scarico sull’articolazione con un effetto miorilassante, una veloce riduzione del gonfiore con un controllo migliore del dolore e accorciamento dei tempi di recupero”.
LE SPECIFICITÀ DEL METODO A.S.P.
Il Dott. Mangiarotti si è invece concentrato sulle caratteristiche del metodo A.S.P. (Approccio Sequenziale e Propedeutico) negli esiti di patologie di natura ortopedica degli arti superiori e inferiori con una relazione divulgativa e spazi dedicati alle principali evidenze scientifiche. “Il metodo A.S.P. (Approccio Sequenziale Propedeutico) nasce dalla necessità di dare alla riabilitazione in acqua una giusta e pari dignità e considerazione, in termini di concretezza ed efficacia, rispetto alle più note e usate modalità riabilitative asciutte. È il nostro modo di lavorare, non è l’unico ed è uno strumento che spesso viene usato insieme ad altri. Fondamentale è avere una forte collaborazione con i medici per comprendere la logica della presa in carico del paziente. Il fine ultimo è la qualità di vita di una persona e ognuna ha le proprie esigenze. Parliamo di un’attività sanitaria in cui i risultati possono esserci se ci sono continuità e motivazione. È opportuno tendere a una riabilitazione sociale e funzionale, che significa dare un significato pratico a quello che si fa, accompagnare le persone verso le autonomie di cui necessitano affinché dalla proposta terapeutica ci sia un vantaggio per il paziente. Quello che facciamo, in definitiva, è trattare gli esiti mettendo in atto sequenze motorie con appropriati timing di successione nel rispetto dei tempi biologici di guarigione”.
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Didascalia foto
Da sinistra il Dott. Graziano Valli (Direzione Generale Villa Maria), la Dott.ssa Samanta Bindi (Cooperativa Arcade), il Dott. Gualtiero Antola (Direzione Generale Villa Maria), il Dott. Daniele Sarti, Responsabile del Reparto di Recupero e Riabilitazione di Villa Maria con il Dott. Marco Antonio Mangiarotti, fondatore e Presidente dell’ANIK (Associazione Nazionale Idrokinesiterapisti).