Emicrania riconosciuta "malattia sociale".
L’emicrania è una malattia cronica con un notevole impatto economico. Tuttavia solo una minima parte (1,6%) della popolazione italiana riceve cure preventive adeguate, a causa di una scarsa sensibilità verso il problema.
Infatti, nonostante gli importanti passi compiuti con la Legge 81 del 14 luglio 2020 che riconosce l’emicrania “malattia sociale” e con il Decreto del 23 marzo 2023 che assegna 10 milioni di euro alle regioni per progetti volti al miglioramento della presa in carico, rimane ancora forte il gap tra riconoscimento clinico ed istituzionale della patologia.
L’emicrania è una malattia neurologica che affligge soprattutto le donne ed esercita un impatto severo sulle attività quotidiane, tanto da essere considerata la terza patologia più frequente e la seconda più disabilitante secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
È classificata tre le cefalee primarie (insieme alla cefalea tensiva e la cefalea a grappolo) e può essere con aura (meno frequente) e senza aura se in presenza, o meno, di sintomi a carattere visivo o sensoriale come nausea, vomito, fotofobia e fonofobia, o disturbi del linguaggio e retinici.
Colpisce circa il 12% della popolazione, con tassi annuali che raggiungono il 17% tra le donne e il 6% tra gli uomini. Tra i bambini, è più diffusa nelle ragazze che nei ragazzi. La prevalenza dell’emicrania aumenta durante la pubertà, raggiunge un picco tra i 35 e i 39 anni e tende a diminuire più avanti nella vita, in particolare dopo la menopausa.
Le cause dell'emicrania: fattori genetici, ambientali e neurologici.
L’emicrania è caratterizzata da ipereccitabilità neuronale. Molte varianti genetiche sono state associate a una maggiore suscettibilità all’emicrania, suggerendo una forte base genetica. Si ritiene, tuttavia, che l’emicrania derivi da una combinazione di fattori genetici, ambientali e neurologici. Le ricerche indicano che questi mal di testa sono legati a un’attività cerebrale anomala che colpisce i segnali nervosi, le sostanze chimiche e i vasi sanguigni all’interno del cervello.
Le teorie attuali suggeriscono che molteplici alterazioni neuronali primarie portano a una serie di cambiamenti intracranici ed extracranici che causano l’emicrania che colpisce in maniera particolare i neurotrasmettitori ed i circuiti del dolore.
Come si arriva ad una diagnosi?
Nella terza edizione della Classificazione Internazionale dei Disturbi Cefalalgici (ICHD-3), l’emicrania è suddivisa in 6 categorie: emicrania senza aura, emicrania con aura, emicrania cronica, complicazioni dell’emicrania, emicrania probabile e sindromi episodiche che possono essere associate all’emicrania.
La diagnosi di emicrania si basa sull’anamnesi del paziente, sull’esame fisico e sul rispetto dei criteri diagnostici. È necessario annotare anche le caratteristiche demografiche del paziente, tra cui l’età, il sesso e la professione.
Altre informazioni necessarie che devono essere raccolte dal paziente consistono nelle risposte a domande relativamente semplici, tra cui, ad esempio: quando è iniziato il mal di testa, dove fa male (localizzazione specifica e irradiazione), l’intensità e durata del dolore, in quale momento della giornata compare, la frequenza, le situazioni scatenanti, se ci sono sintomi simultanei, se è correlata o meno al sonno ed altre ancora a cura del medico specialista neurologo.
Emicrania e salute del cervello.
In primo luogo quello del “mal di testa” è un problema troppo spesso sottovalutato e banalizzato. Ed è anche per questo che la Società Italiana di Neurologia (SIN) e la Società Italiana per lo Studio delle
Cefalee (SISC) hanno istituito la “Giornata del Mal di Testa”, iniziativa che si propone di sensibilizzare la popolazione riguardo a questo problema di salute così diffuso.
Un tema ampio che riguarda la salute del cervello che, secondo le indicazioni del Piano Globale di Azione dell’OMS recepite dalla SIN, è quella condizione in cui “ogni individuo può realizzare le proprie capacità e può ottimizzare il proprio funzionamento cognitivo, emotivo, psicologico e comportamentale per affrontare le situazioni della vita”.
Domenico Chiericozzi
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